È disponibile il sussidio di catechesi per i ragazzi dell’iniziazione cristiana (9-13 anni) da utilizzare in quaresima
Invito alle comunità cristiane perché sostengano questo cammino
Tra pochi giorni sarà disponibile, presso l’Ufficio diocesano per la catechesi e la libreria San Paolo-Gregoriana, il sussidio per i genitori e catechisti da usare con i ragazzi dell’iniziazione cristiana durante la prossima quaresima.
Se ne era già parlato nel numero scorso di “Speciale catechisti” e ancora prima durante l’assemblea diocesana del 20 novembre alla presenza del vescovo Antonio. Il sussidio, che rientra nella proposta della Quaresima di fraternità, contiene alcune indicazioni pratiche per organizzare e vivere con rinnovata consapevolezza gli incontri di catechesi, ponendo l’attenzione sul racconto della parola di Dio e sul gesto della colletta quaresimale.
Il sussidio non ha come obiettivo il semplice suggerimento di alcune idee o attività pratiche ai catechisti, sempre in cerca di nuovi stimoli da offrire ai ragazzi, ma ha scopi ben più importanti. Il fine principale di questo piccolo ma significativo strumento è da ricercarsi nei primi destinatari a cui è rivolto: i genitori. Saranno loro, infatti, che nel leggere e commentare insieme ai propri figli il vangelo della domenica, diventeranno i principali iniziatori alla vita cristiana, aiutati in ciò dai catechisti e dall’intera comunità parrocchiale. Saranno i genitori, con il loro impegno, con la loro testimonianza, con la loro capacità di vivere la parola di Dio, a fare capire che Gesù è ancora un motivo valido per spendere la propria vita per Lui. Ai genitori non si chiederà di essere teologi o biblisti, quanto di essere degli accompagnatori premurosi e appassionati. Ciò che conta è la testimonianza sincera, anche se non perfetta, di un papà o di una mamma che con passione e dedizione esprimano la propria fede.
Il secondo fine è mettere al centro del cammino dell’iniziazione cristiana il senso della carità, nella sua valenza pedagogica rappresentata dal gesto della colletta quaresimale, a cui tutta la comunità parrocchiale è chiamata durante l’eucaristia domenicale. A tutti gli adulti è chiesto che insegnino ai più giovani con l’esempio concreto, cosa vuol dire amare Gesù nei poveri.
Il terzo e ultimo fine è l’invito ad abbandonare un modello di incontro di catechesi con i ragazzi di tipo scolastico, per assumerne uno più familiare, più colloquiale, quasi intimo, dove la preoccupazione non è tanto quella di portare a termine un capitolo del catechismo, quanto piuttosto di far gustare la bellezza e l’importanza di un incontro con Gesù, vissuto prima dagli adulti e in particolare dai genitori.
Sono consapevole che la proposta di usare un simile strumento, per tanti motivi, non troverà facili approdi. Molti catechisti, anche ora, mentre state leggendo queste parole, non ne conoscono neppure l’esistenza, e sarà difficile superare l’iniziale atteggiamento di sfiducia e perplessità. Vorrei però che i dubbi, le difficoltà e la paura di accogliere la nuova proposta formativa, venissero superati dalla fiducia e dall’entusiasmo di intraprendere insieme una rinnovata prospettiva di cammino dell’iniziazione cristiana.
Invito tutti, pertanto, a sostenere questa proposta, a impegnarsi perché venga seguita e attuata, e soprattutto perché venga data fiducia ai genitori incoraggiandoli affinché accompagnino i loro figli nel cammino. Ogni comunità parrocchiale sia motivata e sostenuta dalle parole di incoraggiamento del vescovo Antonio, pronunciate durante l’assemblea diocesana del 20 novembre: «Non scoraggiatevi anche se il cammino si presenta faticoso e potrà accusare delle battute d’arresto, ma siate determinati e convinti ad accogliere queste istanze di rinnovamento che la nostra chiesa di Padova vuol attuare. È questa una scelta, un progetto che riveste un’importanza fondamentale, e ha un carattere di urgenza. È un progetto che richiede di essere accolto, compreso, condiviso e fatto proprio da tutti e da tutte le parrocchie».
In queste settimane è anche fondamentale il ruolo del coordinatore vicariale e parrocchiale dei catechisti, il quale dovrà sollecitare, incoraggiare e far comprendere a ogni catechista l’importanza di operare efficacemente e con i giusti tempi perché la nuova proposta possa essere accolta, soprattutto da parte dei genitori, con fiducia e serenità. Sarà, dunque, fondamentale per ogni catechista incontrare i genitori, per presentare l’iniziativa, chiedere la loro disponibilità e fissare alcuni incontri di preparazione.
Un antico proverbio dei nostri nonni dice: «Chi ha tempo non aspetti tempo», per insegnarci che quando si deve fare una cosa non si deve aspettare l’ultimo minuto, ma conviene farla per tempo! Ora il tempo c’è, anzi ora è proprio il tempo per partire, per iniziare a programmare un significativo inizio per le nostre comunità cristiane.
Giorgio Bezze