SPECIALE CATECHISTI / Maggio 2013

Dal 27 al 29 settembre tutti i catechisti all’incontro con papa Francesco
 
A Roma per testimoniare la fede
 
In questo anno della fede, indetto da papa Benedetto XVI, siamo tutti chiamati a ravvivare il dono della fede che abbiamo ricevuto attraverso il battesimo «e da cui ha origine per ogni cristiano l’impegno – come diceva lo stesso pontefice – a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede».
È un impegno che dobbiamo portare avanti nel quotidiano, nella vita ordinaria di ogni giorno come adulti, ognuno nel suo stato di vita, ma anche come chiesa: comunità di credenti.
Anche l’impegno che la nostra diocesi ha assunto, a proposito dell’iniziazione cristiana, va in questa direzione: quella di compiere un gesto d’amore, un dono, verso le nuove generazioni perché possano avere le condizioni necessarie per fare esperienza di vita cristiana e poter incontrare Gesù Cristo, il Vivente. «La fede, infatti – dice Benedetto XVI – cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia. Essa rende fecondi, perché allarga il cuore nella speranza e consente di offrire una testimonianza capace di generare».
Il prossimo anno pastorale vedrà l’inizio concreto del nuovo cammino di iniziazione cristiana per fanciulli e ragazzi in 387 parrocchie e sarà ancora un anno denso di impegno, dove si continuerà il lavoro di riflessione e di formazione a tutti i livelli come hanno dimostrato anche i cinque corsi di formazione per gli accompagnatori dei genitori dei bambini dell’iniziazione cristiana.
E tuttavia sappiamo che l’impegno, senza la preghiera fiduciosa in Dio, sarebbe vano. Per questo come diocesi si è pensato di partecipare al pellegrinaggio internazionale dei catechisti che si terrà a Roma dal 27 al 29 settembre prossimi. Andare in pellegrinaggio a Roma diventa per noi dunque motivo per affidare al Signore il nuovo progetto di iniziazione cristiana perché ci aiuti a essere fedeli testimoni del suo vangelo e capaci di generare alla vita cristiana.
Ma il pellegrinaggio a Roma ha anche un significato particolare; non è il viaggio di un turista, ma il cammino di un cristiano che giunge alla città eterna prima di tutto, perché c’è la tomba di san Pietro, il capo degli apostoli; colui al quale Gesù disse un giorno: «Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli». E quindi il pellegrinaggio a Roma, è segno del nostro amore e della comunione che vogliamo sempre mantenere con il successore di Pietro, papa Francesco, e quindi con Gesù e il suo vangelo. Non guardiamo, infatti, al santo padre come al nostro capo, ma come a colui che parla come parlò san Pietro predicando il vangelo a Roma.
Il pellegrinaggio alla tomba di Pietro è sicuramente l’occasione per rinnovare la nostra fede nell’autentico vangelo di Gesù che è custodito dalla fede e dalla predicazione del successore dell’apostolo.
E se questo è vero per ogni cristiano, lo è ancor di più per un catechista. Il catechista, infatti, partecipa alla missione di Pietro e dei suoi successori e dei vescovi, successori degli apostoli: è la missione di annunciare e far conoscere Gesù e il suo vangelo.
Invito perciò tutti i catechisti a partecipare a questo straordinario appuntamento, sarà non solo il modo migliore per iniziare il nuovo percorso di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, ma anche un’intensa esperienza di fede, di preghiera, di chiesa universale e di condivisione fraterna.
 
Giorgio Bezze
direttore ufficio catechistico diocesano
 
 
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