TEMPO ORDINARIO

La nostra vita è fatta di riti, con cui ricordiamo e celebriamo momenti importanti come un anniversario, un compleanno: allora siamo soliti vestirci a festa e preparare qualcosa di speciale per cena, per condividere in famiglia o con gli amici quei momenti per noi così speciali…
La nostra vita è fatta anche di gesti, con cui comunichiamo i nostri sentimenti oltre che con le parole: una carezza, un bacio, uno sguardo pieno di calore rendono presente l’amore che proviamo per la persona a cui li rivolgiamo.
Credo che anche le nostre liturgie, che purtroppo tante volte riduciamo solo a ”grandi discorsi”, siano in verità piene di gesti e di simboli con i quali nostro Signore vuole entrare in confidenza con noi, vuole comunicarci la passione e la cura che ha per la Sua Sposa, la Sua Chiesa.
A riguardo, c’è un gesto che viene ripetuto nelle celebrazioni solenni, e che anche durante la S. Messa della Notte di Natale mi ha particolarmente emozionato e commosso: il sacerdote prende in mano il turibolo e dopo aver incensato la croce, l’altare, si pone davanti all’assemblea e con un inchino incensa anch’essa. In questo gesto di venerazione verso nostro Signore, colgo anche l’onore che il sacerdote rende all’assemblea liturgica, in quanto partecipe del sacerdozio regale e profetico di Cristo. In quel gesto del celebrante, mi piace pensare sia rappresentato Cristo stesso, che si inchina davanti alla Sua Sposa, la Chiesa, come un re di fronte alla sua regina, perché di questa umanità, è talmente innamorato da aver dato per essa il suo Sangue pur di difenderla dal Nemico.
Come non lasciarci coinvolgere ed infiammare il cuore da un Amore così grande? Come non sentirci grati e felici di essere stati scelti e chiamati ad essere suoi discepoli?
Siamo entrati nel tempo liturgico così detto Tempo ordinario che qualcuno ha definito come il tempo della Chiesa, come mai ? Mi piace pensare che il significato di questa affermazione possa essere questo: le 33 settimane, circa, che seguono e precedono la celebrazione del mistero della nascita, morte e risurrezione di Cristo, sono il tempo in cui noi, siamo chiamati a rendere onore e gloria allo Sposo. Come? Dando testimonianza al mondo di quali siano i frutti della nostra relazione con Lui, diventando cioè lievito, luce e sale.
L’Amore di Dio che ci salva ha scelto di venire a noi sotto forma di materia, abitando la nostra umanità, e così facendo ci ha reso noi stessi materia che divenuta sede del suo Spirito.
Tempo ordinario allora, non solo per ricordare e celebrare il mistero di Cristo, ma come occasione favorevole per donare la nostra vita di ogni giorno, con le sue gioie e i suoi dolori, come un’offerta a Lui gradita, e diventare segno della Sua presenza, il Tabernacolo di Dio nel mondo.
 
Buon cammino, insieme!
 
Alessandra Cipolotti
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