SPECIALE CATECHISTI MAGGIO 2016

ACCOMPAGNARE I GENITORI nel cammino di iniziazione cristiana dei figli: ecco cosa vuol dire

Costruire vere comunità cristiane

So che accompagnare i genitori lungo il cammino di iniziazione cristiana (ic) dei figli è sicuramente una fatica, ma conosco anche i frutti che con il tempo e la pazienza essa può portare.

Sono convinto soprattutto di una cosa: ciò che sta avvenendo nella chiesa di Padova, non si tratta della catechesi ai genitori, ma della catechesi con i genitori, di un’esperienza di riscoperta del vangelo che la comunità cristiana fa con loro, non per loro. Solo questa prospettiva, infatti, permette di capire fino in fondo la posta in gioco di questo grande sforzo. Solo questa prospettiva può far dire, al di là dei risultati e delle fatiche, che ne vale la pena. Se nell’accompagnare i genitori nel cammino dell’ic dei figli fa crescere anche l’intera comunità cristiana, allora ci si stanca, certo, ma si continua perché si sente che siamo noi tutti a diventare più umani.

Nei gruppi di catechesi con i genitori mi pare siano decisivi tre aspetti: la fede che viene trasmessa; le relazioni che vengono stabilite; le comunità cristiane che possono nascere con il contributo, piccolo ma significativo, della vostra esperienza.

… continua…

Puoi leggere il seguito nel file allegato…

fratel Enzo Biemmi

 

L’ANGOLO DELLA LITURGIA

La preghiera eucaristica

Partecipare vuol dire prendere parte a qualcosa, essere coinvolti; ma nella liturgia non siamo coinvolti perché facciamo materialmente qualcosa (uno legge all’ambone, uno canta il salmo, uno raccoglie le offerte…) così che solo chi presta un servizio pare sia davvero implicato. Al contrario, partecipare vuol dire entrare nella dinamica offertoriale di Cristo che offre la sua vita, secondo la logica pasquale. I fedeli partecipano realmente solo unendosi a Gesù, obbedendo al Padre: morendo a se stessi, entrano con la loro vita nella Pasqua e la presentano a Dio. Nella liturgia noi ci inseriamo nella dinamica di un amore che deve essere corrisposto: l’immagine nuziale pervade tutta la liturgia nella quale la chiesa-sposa abbraccia, incontra e ama Gesù Cristo-sposo.

La liturgia eucaristica si inaugura con la pacatezza della presentazione dei doni: accanto ai segni del pane e del vino, che evocano quell’ultima sera in cui Egli offrì la sua vita, si presentano i doni per i poveri, che richiamano quella carità fattiva e concreta con la quale partecipiamo all’offerta di Cristo. Tutto questo avviene quasi senza dir nulla. E il rito si chiude con l’orazione sulle offerte che dichiara l’unione al mistero pasquale che stiamo celebrando. 

Segue poi il prefazio con cui ha inizio la preghiera eucaristica, «il momento centrale e culminante dell’intera celebrazione, ossia la preghiera di azione di grazie e di santificazione. Il sacerdote invita il popolo a innalzare il cuore verso il Signore nella preghiera e nell’azione di grazie, e lo associa a sé nella solenne preghiera, che egli, a nome di tutta la comunità, rivolge a Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito santo. Il significato di questa preghiera è che tutta l’assemblea dei fedeli si unisca insieme con Cristo nel magnificare le grandi opere di Dio e nell’offrire il sacrificio. La Preghiera eucaristica esige che tutti l’ascoltino con riverenza e silenzio» (Pnmr 78). Il messale afferma che questo è il momento culminate della celebrazione: tutto è avvolto dal silenzio in cui risuonano le parole del sacerdote, nessun altro suono, melodia o parola deve riecheggiare nell’aula liturgica.

Nell’acclamazione del Sanctus tutta l’assemblea è condotta dentro l’esultanza del Paradiso che inneggia a Dio.

La preghiera eucaristica nasce come espressione letterario-poetica con la quale la chiesa obbedisce al mandato di reiterazione: «Fate questo come memoriale (zikkaron) di me». Gesù non ha inventato nulla: il gesto di spezzare il pane pronunziando una benedizione (berakah) su di esso e il gesto di versare vino nel calice, sul quale pronunziare una berakah di ringraziamento al termine del pasto, è un gesto che appartiene alla tradizione della liturgia domestica di Israele. L’azione di Gesù Cristo si inserisce su questa tradizione liturgica esistente per trasfigurarla e darle un nuovo significato. Quel gesto liturgico con il quale si inauguravano e si concludevano tutti i pasti d’Israele, ora assume una valenza nuova: è zikkaron di Gesù, morto e risorto (cfr. l’articolo sul memoriale).

Elide Siviero

servizio per il catecumenato

 

AGNA Il cammino di iniziazione cristiana in vicariato

Un passato rigido e dogmatico. Un presente di legami di cuore

La presenza di piccole parrocchie nelle nostre due unità pastorali, la necessità di mettere insieme risorse e carismi e di offrire alle comunità occasioni di maggiori condivisione, avevano favorito da tempo esperienze di progettazione, di lavoro sinodale, di cammini comuni. Questo aveva coinvolto i ragazzi e i genitori soprattutto negli incontri di preparazione ai sacramenti e aveva dato inizio a una storia, creato dei legami, affinato la capacità di affrontare il nuovo. Nelle catechiste aveva favorito la consapevolezza di dover crescere anche nella formazione.

Per questo tutto il vicariato si è impegnato a portare nelle nostre comunità i corsi di formazione per catechisti proposti dalla diocesi. La partecipazione è stata totale, fedele, stimolante. È in questa realtà che si è inserito il percorso di iniziazione cristiana, cominciato tre anni fa, secondo le indicazioni della diocesi. I genitori hanno accolto l’impegno perché coerente con la scelta che hanno fatto nel richiedere il dono del battesimo per i loro figli. Forse possono averlo sentito come un ulteriore dovere. Forse nelle piccole realtà non si è sempre liberi di scegliere, per paura del giudizio degli altri, per mancanza di coraggio, per convenienza. Ma questo valeva nel passato. Oggi crediamo e confidiamo nella capacità di ognuno di essere persona capace di riconoscere e di scegliere il bene. Sicuramente i genitori hanno l’occasione di non essere spettatori passivi, di riscoprire la propria fede, rompendo pregiudizi e schemi del passato, legati a un approccio dogmatico, “razionale”, e di sentirsi in cammino comune, confidando nel dialogo, nel confronto, nella condivisione, nelle confidenze.

Non c’è competizione: è l’occasione per incontrare la Parola e farla diventare vita buona. Negli incontri di Ic si scopre che la vita chiama a formare alleanze educative e formative, a intessere legami di cuore che possono aiutare a orientare. E così da una necessità, può nascere una preziosa opportunità. Ci sono delle difficoltà oggettive, legate anche alla storia del momento delle nostre comunità che si sentono ancora un po’ disorientate di fronte ai cambiamenti che necessariamente richiede la vita in unità pastorale. Inoltre già respiriamo una certa difficoltà nel trovare nuovi catechisti, perché il percorso è impegnativo, richiede continuità e disponibilità nel tempo. E perché i catechisti sono persone responsabili del loro ruolo educativo e della testimonianza che ne consegue.

Ci piacerebbe che i genitori mantenessero la fedeltà negli incontri, che testimoniassero la fede scoperta o ritrovata nel vivere quotidiano, in famiglia e nelle comunità. Ci piacerebbe che i ragazzi mantenessero la stessa curiosità, il desiderio di conoscere e fare esperienza di Gesù e della Parola, di renderla viva. Ma questo è già un nuovo tempo per loro. Da buoni cristiani dobbiamo fidarci della presenza dello Spirito e credere nella forza del seme che diventa frutto.

Francesca Vianello

coordinatrice vicariale dei catechisti

 

I PARROCi In unità pastorale

Dialogo sulla fede

Viviamo un’epoca di cambiamenti a 360° gradi sia nella società che nella chiesa e di conseguenza anche nella proposta catechistica siamo consapevoli che un cambio di metodo e di proposta del messaggio cristiano sia inevitabile e provvidenziale.

Nel corso della nostra esperienza in questi primi tre anni viviamo con particolare intensità e interesse la presenza dei genitori, i quali partecipano con costanza. A differenza del passato la loro presenza non è legata alla specifica preparazione dei sacramenti. In questo cammino invece si offre loro l’opportunità di affrontare i temi della fede in modo più coinvolgente e libero. Vediamo quindi crescere l’interesse e il dialogo tra loro sui temi e problemi della fede. Questo li aiuta a sviluppare una crescente consapevolezza della propria esperienza di vita cristiana.

Nel corso degli anni i gruppi si moltiplicano, constatiamo che è sempre più difficile trovare le persone impegnate a seguirli. Da parte nostra coltiviamo la speranza di poter trovare queste nuove forze tra i genitori che stanno seguendo il cammino di Ic. Questo non accade ancora ma ci auguriamo possa essere uno dei frutti di questa esperienza.

Sentiamo come un aspetto fondamentale riuscire a far percepire ai genitori l’importanza della partecipazione alla celebrazione domenicale. Infine è ancora da scoprire come realizzare il cammino degli anni successivi alla celebrazione dei sacramenti (mistagogia).

Siamo contenti dei vari sussidi offertici perché ricchi di materiale e di spunti sia per gli accompagnatori, catechisti e sacerdoti.

don Raffaele Coccato

parroco moderatore dell’up di Agna

e don Francesco Milan

up di Arre, Arzercavalli, Candiana,

Fossaragna e Pontecasale

 

ACCOMPAGNARE GLI ADULTI/1

La semina costante

Il percorso di Ic nel nostro vicariato è iniziato tre anni fa con alcuni dubbi e timori sia nei riguardi delle nuove modalità di far catechesi, sia sul come questa proposta sarebbe stata accolta dalle famiglie. Infatti, da accompagnatrice degli adulti ricordo il primo incontro con i genitori che ora frequentano il 3° gruppo: quante perplessità… non riuscivano a capire il motivo di questo cambiamento.

Poi, però, il percorso è iniziato senza problemi. In entrambe le up che formano il nostro vicariato, la proposta avviene in unione tra parrocchie, proponendo ogni anno un unico percorso per gruppo. Nello svolgere gli incontri sia per gli adulti che per i bambini si segue l’itinerario proposto dalla diocesi, adattandolo o integrandolo se necessario. Gli incontri si svolgono mensilmente, il sabato e la domenica pomeriggio o la domenica mattina dopo la messa. Per creare maggiormente gruppo, all’inizio o alla fine del percorso si propone un pranzo o una cena in un patronato.

La presenza delle famiglie è abbastanza costante. Qualche gruppo ha chiesto, alla fine dell’anno, incontri in più rispetto a quelli proposti. I bambini del 1° e del 2° gruppo partecipano agli incontri in contemporanea ai genitori seguendo un percorso parallelo, mentre in una delle due realtà quelli del 3° gruppo hanno partecipato a incontri settimanali da novembre a maggio. La proposta di Ic, seppur con alcune perplessità, per ora sembra essere dalle famiglie ben accolta. A noi che la guidiamo non ci resta che provare a seminare…

Antonella Finesso

up di Arre, Arzercavalli, Candiana,

Fossaragna e Pontecasale

 

ACCOMPAGNARE GLI ADULTI/2

Cristiani? Una scelta

L’unità pastorale di Agna comprende le comunità di San Giovanni Battista in Agna, Sant’Antonio Abate in Borgoforte, Presentazione al tempio della beata Vergine Maria in Frapiero e Santissimi Cuori di Maria e Gesù in Prejon.

Il cammino di iniziazione cristiana è iniziato tre anni fa come la sfida (che forse si ripete ogni anno) di riuscire a coinvolgere i genitori: non è sempre così semplice. Arrivano perplessi ai primi incontri e poi iniziano a gustare il fatto di riprendere in mano la loro esperienza di fede. Trovano interessante e utile il lavoro in gruppo, che permette loro di confrontarsi su tematiche di cui spesso non parlano. I gruppi sono eterogenei poiché i genitori che partecipano non fanno parte tutti della stessa comunità anche se prevale la presenza di genitori di Agna, date le dimensioni della parrocchia. Il confronto e il lavoro insieme ai genitori è arricchente sia per gli accompagnatori che per i genitori stessi. Dopo tre anni di incontri ormai ci si conosce abbastanza bene e con chi partecipa assiduamente la confidenza è tale che permette loro di aprirsi e di mettersi in gioco con più facilità. Metterli in gioco li fa sentire partecipi e non solo spettatori di qualcosa a cui sembrano obbligati a partecipare, aiuta loro a fare una scelta fondamentale: essere cristiani! Accompagnare i loro figli a diventarlo a tutti gli effetti nel momento in cui riceveranno i sacramenti della cresima e dell’eucaristia.

Dei tre gruppi, ciò che si nota è proprio la scelta. I genitori iniziano il primo anno numerosi ma con l’andar del tempo si consolidano in un numero inferiore. Se il primo anno forse balenava ancora l’idea di dover per forza essere presenti per poter permettere ai figli di ricevere i sacramenti, in seguito si sono resi conto che frequentare è un input per poter essere testimoni della loro fede ai propri figli, di far loro da “catechisti” con il loro essere cristiani e vivere da cristiani. La famiglia genera e genera anche alla fede.

Quest’anno siamo arrivati al termine degli incontri e l’ultimo incontro sarà la consegna dei va- ri segni ai loro figli. Ecco io credo che questi per i genitori siano i momenti nei quali si mette in gioco la loro scelta di essere cristiani e di volerlo per i loro figli.

diacono Ermanno Baraldo

up di Agna

 

UNA CATECHISTA Racconta

«Grande opportunità per risvegliare la fede e la carità»

Il nuovo modello catecumenale di iniziazione cristiana ha iniziato, tre anni orsono, a operare anche nell’unità pastorale di Arre, Arzercavalli, Candiana, Fossaragna e Pontecasale; attualmente vi sono tre gruppi di ragazzi-genitori in corso di svolgimento. L’up si riflette in un ridimensionamento degli incontri – cadenza settimanale per il primo gruppo,  mensile per il secondo e il terzo – comportando anche uno spostamento dei ragazzi-genitori.

Inizialmente vi era un certo disorientamento, tuttavia il sentimento di rinnovamento ha fatto sì che ognuno abbia collaborato, al fine di vivere una esperienza di “apprendistato” di vita cristiana. I catechisti e i ragazzi assaporano il gusto di stare insieme – nel rispetto reciproco – come una grande “famiglia”.

L’unità pastorale – per la preparazione degli incontri – si affida alla “Guida per i catechisti” predisposta dall’ufficio diocesano: quindi nella fase iniziale i ragazzi sono coinvolti in momenti di catechesi e celebrativi per una graduale conoscenza di Gesù. La partecipazione è stabile nel primo gruppo, anziché discontinua con riferimento al secondo e al terzo.

Le difficoltà circa la scelta del giorno degli incontri non sono da sottovalutare, tuttavia il percorso intero offre una splendida opportunità per un risveglio alla fede e alla carità cristiana.

Patrizia Bruscagin

up di Arre, Arzercavalli, Candiana,

Fossaragna e Pontecasale

 

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