Quando sto aspettando un evento importante a cui tengo particolarmente, mi capita a volte di sognare di non riuscire a raggiungere il luogo dell’appuntamento a causa di diversi impedimenti: o perché mi trovo bloccata nel traffico, oppure perché il mio orologio si è fermato e così l’ora dell’incontro è ormai passata senza che io potessi accorgermi… Succede in genere quando non mi sento ancora pronta per qualcosa che deve venire oppure quando un fatto già accaduto mi ha travolto e non l’ho ancora “metabolizzato”, come può essere per esempio per la notizia della perdita improvvisa di una persona cara.
L’attesa è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza e ci coinvolge e ci tocca più o meno profondamente a seconda delle situazioni.
Pensiamo all’attesa di un figlio da parte di due giovani sposi, o all’esito di un esame o di un colloquio di lavoro per un giovane; o ancora quella di chi attende l’incontro con la persona amata, o semplicemente l’attesa di una risposta ad una richiesta più o meno importante..
Attendere qualcosa accende nel nostro cuore il desiderio e la speranza ed è ciò che ci fa andare avanti e ci fa sentire vivi.
La frenesia e la fretta della vita quotidiana vogliono portarci via questa dimensione esistenziale importantissima: siamo sempre in perenne corsa contro il tempo, senza accorgerci non solo di quanto sta accadendo attorno a noi, ma anche di chi ci è accanto.
Viviamo affannati e distratti ed è per questo che a volte, siamo infelici: siamo infelici proprio perché siamo distratti.
L’Avvento, questo tempo che ci prepara alla prima venuta del Signore, è prezioso allora per recuperare questa dimensione dell’attenzione e del desiderio, domandandoci verso che cosa è proteso il nostro cuore, chi o che cosa stiamo aspettando perché sentiamo che veramente ci manca.
La Liturgia di questo tempo ci chiama ad avere un cuore sveglio, capace di cogliere i segni che preannunciano la venuta di un Dio che si fa vicino ad ogni uomo, ma che non ama far rumore, e viene nella nostra vita in “punta di piedi” per essere accolto solo da chi lo desidera, senza imporsi con prepotenza o clamore.
Mi piace allora pensare all’immagine della sentinella che veglia nell’oscurità con tutti i sensi tesi per ascoltare e cogliere ogni più piccolo rumore che tradisca la presenza di qualcuno che avanza verso di lui…
Sia questo allora, un tempo favorevole affinché, come sentinelle armate della Preghiera e della Parola, possiamo restare svegli, con gli occhi aperti, pronti a percepire i passi silenziosi di Colui che è venuto, viene e certamente verrà ancora nella nostra vita, per iniziare con noi un tempo nuovo.
A noi credenti infine, resta l’impegno e l’urgenza di essere segno di questa Sua presenza nel mondo, per testimoniare attraverso la nostra fede, speranza e carità che il Signore è l’unico vero Salvatore potente di cui abbiamo bisogno.
Dice il salmo 129 “l’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora…”, sia questo l’augurio e la preghiera per tutti noi…!
Buona attesa, insieme!
Alessandra Cipolotti