È stato pubblicato martedì 11 maggio, il Motu proprio “Antiquum ministerium” con cui Francesco stabilisce il ministero laicale di catechista: un’urgenza per l’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, da svolgersi in forma secolare, senza cadere nella clericalizzazione.
Il nuovo ministero ha origine molto antiche che risalgono al Nuovo Testamento: in forma germinale, ne parlano ad esempio il Vangelo di Luca e le Lettere di San Paolo Apostolo ai Corinzi e ai Galati. Ma “l’intera storia dell’evangelizzazione in questi due millenni – scrive il Papa – mostra con grande evidenza quanto sia stata efficace la missione dei catechisti”, i quali hanno fatto sì che “la fede fosse un valido sostegno per l’esistenza personale di ogni essere umano”, giungendo “perfino a donare la loro vita” a questo scopo. A partire dal Concilio Vaticano II, poi, è cresciuta la consapevolezza del fatto che “il compito del catechista è della massima importanza”, nonché necessario allo “sviluppo della comunità cristiana”. Anche oggi, prosegue il Motu proprio, “tanti catechisti capaci e tenaci” svolgono “una missione insostituibile nella trasmissione e nell’approfondimento della fede”, mentre una “lunga schiera” di beati, santi e martiri catechisti “ha segnato la missione della Chiesa”, costituendo “una feconda sorgente per l’intera storia della spiritualità cristiana”.
Riportiamo in allegato il Motu proprio di Papa Francesco per una conoscenza personale del testo. Avremo modo di approfondirlo, di comprenderne il valore e la sua attuazione nei prossimi mesi.