PASQUA 2014

 
Ci siamo lasciati con l’augurio che la Quaresima ormai trascorsa divenisse un tempo di silenzio per ascoltare Lui ed ascoltarci, per prendere coscienza e riappropriarci di chi siamo veramente: creature inconsistenti come la polvere, da cui il Creatore ci ha tratti, e che basta un alito di vento a disperdere.
“Ricordati che ci plasmasti col Tuo Spirito” è una frase che abbiamo recitato nell’Inno delle Lodi del tempo di Quaresima e che ci ricorda che il Padre ha soffiato su di noi il Suo Spirito per darci forma e consistenza, per modellarci a Sua immagine e somiglianza.
Questa appartenenza al nostro Creatore, questo essere stati pensati e creati per la relazione con Lui, è ciò che da senso e sapore alla nostra esistenza, è la vocazione a cui ogni uomo è chiamato, è il bene a cui lo Spirito Santo cerca di orientare la nostra vita e contestualmente il destino da cui il Nemico vuole strapparci, sbattendoci in faccia le nostre fragilità, i nostri tradimenti e usando contro di noi le nostre paure e ferite.
Ma in Cristo il Maligno è già stato sconfitto e quindi anche dove c’è ancora paura o dolorosa coscienza di peccato una luce irrompe: questa luce è il Risorto, venuto ad illuminare con la Sua  Grazia la parte più oscura della nostra umanità, gli abissi più profondi del nostro essere.
È Lui che è disceso nel profondo dello Sheol per strapparci dalle fauci della morte, per rompere le catene del nostro passato pieno di “dovevi” che ci fanno vergognare e sentire in colpa, e di un futuro pieno di “se”, che ci fa vivere in preda all’incertezza e alla paura.
Beati noi allora, se nel tempo trascorso in attesa della Notte delle Notti, illuminati dalla Parola e dalla Preghiera, abbiamo lasciato che il nostro cuore venisse dissodato ed arato proprio da quelle fragilità e ferite che spesso disprezziamo o non vogliamo vedere. Sono proprio esse invece, gli strumenti che hanno il potere di spaccare le zolle dure dell’orgoglio e della superbia, che possono estirpare le sementi infestanti della sufficienza e del giudizio, rendendo il terreno del nostro cuore morbido e pronto per essere irrigato dalla Grazia.
Spero di cuore che l’aver toccato con mano la nostra realtà di creature assolutamente deboli ed inaffidabili, ci abbia fatto entrare nella settimana Santa con il cuore gonfio di desiderio e di gratitudine: la gioia della Pasqua nasce proprio dallo scoprire di essere oggetto di un Amore immenso che non abbiamo meritato, e nemmeno mai sperimentato; è lo stupore e la meraviglia che si prova di fronte all’offerta gratuita di un Dio che disposto a versare il suo sangue perché noi possiamo essere preservati dallo Sterminatore; è la commozione che si avverte nel vederlo il giovedì Santo, inchinarsi, nel gesto della Lavanda dei Piedi per prendersi cura, toccare e lavare quelle parti di noi che più hanno bisogno di essere purificate.
Pasqua è celebrare il sacrificio di amore di Gesù, vero Dio e vero uomo, che ha scelto di prendere su di sé il rifiuto, il dolore e la sofferenza che sono nostri, entrando in una morte terribile nell’unico modo che poteva dare salvezza, cioè amando fino alla fine!
Non posso non pensare a quante volte mio Signore, io abbia dichiarato di amarti e di seguirti con entusiasmo e passione, ma poi nelle scelte della vita di ogni giorno, per paura della morte io ti abbiamo rinnegato, come mio fratello Pietro!
E ancora, quante volte mio Signore, di fronte ai fatti di sofferenza che non ho capito, dai quali mi sono ribellata e fuggita, ho in verità rifiutato te, vendendoti per pochi denari, come mio fratello Giuda!  
Io sono risorto e sono sempre con te è la promessa che fa il Signore a ciascuno di noi: Egli è il Vivente, colui che cammina al nostro fianco lungo le strade della nostra vita certo, non più nella carne come un tempo, ma presente comunque, più intimamente che mai!
Entriamo allora in questo tempo mistagogico in cui attraverso la Parola e i Sacramenti possiamo fare esperienza e restare contaminati dalla forza del Mistero Pasquale, cosicché dalla nostra vita possa nascere qualcosa di nuovo e vitale, qualcosa che riempia di gioia il nostro cuore e contagi di speranza chiunque incontriamo.
Auguro a tutti noi che lo Spirito ci aiuti a riconoscere la voce dell’Amato che ci chiama, per corrergli incontro senza indugio e spalancargli la porta del nostro cuore perché possa avvenire l’incontro tanto atteso e tanto desiderato.
Anche una sola fessura, anche un piccolo spiraglio sono sufficienti perché il Signore possa infilare le dita e toccarci nel profondo con la Sua Grazia, facendo sì che la nostra vita, “odori di buono”, profumi di speranza, di vita eterna, di amore.
San Giovanni della Croce, parlando della Notte delle Notti ci mette di fronte ad un mistero molto intimo e profondo: “O notte dell’incontro, o notte amabile più che l’aurora, o notte che hai congiunto l’Amato con l’amata, l’amata nell’Amato trasformata”.
È questo l’augurio che faccio a ciascuno di noi per questa Santa Pasqua.


Alessandra Cipolotti

S. Pasqua, 20 aprile 2014

 

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