Speciale Catechisti / APRILE 2014

INIZIAZIONE CRISTIANA 

 

La nuova disponibilità di chi è tornato alla comunità grazie ai figli

 

Si scorgono segni di speranza

Da quando la diocesi ha deciso di ripensare il cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli e ragazzi si è indubbiamente creato un grande fermento che ha coinvolto non solo catechisti e parroci, ma anche altri operatori pastorali e, non ultimi, i consigli pastorali parrocchiali e i coordinamenti vicariali. Le modalità con cui si trasmette la fede alle nuove generazioni devono essere riviste con la ferma consapevolezza che siamo tutti all’inizio e dobbiamo intraprendere, insieme, un nuovo tirocinio.

Siamo tutti all’inizio perché ciò che abbiamo cominciato nella nostra diocesi è nuovo: sono nuovi sia il percorso per i bambini, iniziato con il tempo della prima evangelizzazione, sia l’itinerario per i genitori, ma soprattutto è nuovo il metodo per attuarli.

Hanno bisogno di grandi cure gli incontri proposti da tali percorsi, perché essi possono sorprendere e aprire nuovi orizzonti: nuovi modi di incontrare le persone, di accoglierle, di condividere con loro uno spazio di vita, un fatto di vangelo, di celebrare un’eucaristia, di avvicinare le famiglie, di compiere gesti di solidarietà.

Dobbiamo metterci tutti in tirocinio per poter imparare un linguaggio che sappia includere e non escludere, che sappia accogliere e non allontanare, che sia capace di rendere le nostre parrocchie più missionarie e meno centrate su loro stesse, più collaborative l’una con l’altra, ponendo sempre al centro il vicariato.

Lo stupore di questi inizi è stato testimoniato anche dall’incontro degli accompagnatori dei genitori con il vescovo Antonio avvenuto domenica 6 aprile, in cui si è registrata la presenza di circa 600 presenze. Le testimonianze ascoltate hanno confermato che ciò che sta succedendo in tantissime parrocchie è una ventata di ossigeno, di aria buona che porta a riconoscere infinite ricchezze anche in quei genitori che sono stati lontani per anni dalla chiesa, ma che ora ritornano, grazie ai figli, con maggiore disponibilità ad accogliere la buona notizia del vangelo. Alla base di tutto c’è una profonda necessità: mettere al centro la parola di Dio come paradigma interpretativo per leggere la vita degli adulti. Per questo i prossimi appuntamenti formativi per gli accompagnatori dei genitori offriranno i criteri essenziali per leggere la Parola, partendo da alcuni brani del vangelo di Marco.

Tutto questo rappresenta per noi un inequivocabile segno pasquale: il segno di un Signore vivo e presente nelle nostre comunità, che ci esorta a non farci mai rubare quella Speranza che non delude.

 

Giorgio Bezze

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