PELLEGRINAGGIO INTERNAZIONALE DEI CATECHISTI
27/29 settembre 2013
La testimonianza di alcune partecipanti:
* Sono stati tre giorni molto intensi all’insegna dell’amicizia, della condivisione di esperienze, della preghiera e soprattutto di spunti di riflessione alla luce della Parola che ci hanno condotto per mano in modo puntuale e profondo a riflettere sul nostro modo di essere seguaci di Cristo e di conseguenza anche di comunicare la fede agli altri.
Nella basilica di San Pietro siamo stati guidati a ripercorrere il cammino di fede di Pietro a partire dalla domanda rivoltagli da Gesù risorto sul lago di Tiberiade: mi ami tu? Anche per Pietro è stato necessario un cammino di molti anni per far crescere e maturare l’amore da filia ad agape. Consapevoli che questa trasformazione è dono della grazia e frutto del cammino di una vita, anche noi abbiamo sentito risuonare la domanda di Gesù. Non importa se siamo pieni di limiti, se ci sentiamo inadeguati perché riteniamo di non avere le capacità che servirebbero per sfondare con gli altri. Il punto di partenza fondamentale è che decidiamo di metterci in relazione con Lui e poi il resto verrà di conseguenza attraverso il suo Spirito. Con questa rinnovata certezza nella mente e nel cuore abbiamo recitato il nostro credo sulla tomba di san Pietro.
Quello che mi porto dentro da questi tre giorni è di aver vissuto l’esperienza di una chiesa conciliare, vicina a tutti noi e consapevole delle difficoltà nostre e del nostro tempo. Attraverso l’ascolto della Parola siamo stati condotti a riflettere sul fatto che non dobbiamo preoccuparci tanto dei nostri ragazzi che spesso sembrano ostinatamente opporsi a tutti i nostri tentativi di coinvolgerli, ma piuttosto far attenzione a continuare sempre ad alimentare la luce della fede in noi per non perdere noi di consistenza e quindi di conseguenza non essere più in grado di trasmettere gioia, vita, senso agli altri. Un buon punto fermo per iniziare con entusiasmo e fiducia un nuovo anno catechistico.
Barbara
Madonna Incoronata in Padova
* Emozionante, coinvolgente, pieno di gioia, ecco i nostri aggettivi per descrivere questo pellegrinaggio così tanto atteso. La gioia ci ha accompagnato fin dall’inizio tanto da farci riconoscere da tutti quelli che ci avvicinavano.
Ci sentiamo tutti uniti da un’unica fede e da una appassionante voglia di essere avvolti dall’abbraccio di Gesù. Tale consapevolezza ha preso sempre più corpo a mano a mano che i giorni passavano mentre visitavamo Roma antica, quando venivamo a conoscenza delle vite dei martiri che hanno donato il loro sangue per la fede, quando abbiamo ascoltato le parole del vescovo Matteo Maria Zuppi e soprattutto quando abbiamo potuto incontrare papa Francesco domenica mattina. Incontro commovente e intenso in cui il papa, invitandoci a portare la memoria di Dio e a risvegliarla nel cuore degli altri fa nascere in tutti noi la domanda: siamo davvero capaci di fare questo?
Francesca, Paola, e Maria
Pozzonovo
* Ho saputo chiedere a me stessa: ehi, fermati un attimo! Ma in questo importante compito che la chiesa ti affida, tu sei catechista, senti dentro di te questa chiamata, o lo fai perché bisogna? Non è una domanda da poco, perché riguarda tutto il mio essere cristiana, la fede che dico di professare. Allora, se anche a volte ho dimenticato cosa significa essere catechista, in quei giorni a Roma ho avuto la possibilità di mettermi alla riscoperta delle origini della mia fede, di quei momenti nei quali Dio ha agito nella mia storia, dell’Amore con il quale mi ha fatto sentire la sua presenza. È così che ho sentito profondamente vere le parole di papa Francesco: «Il catechista è colui che custodisce e alimenta la memoria di Dio; la custodisce in se stesso e la sa risvegliare negli altri”. Fare la professione di fede presso la tomba di san Pietro è stato per me rinnovare con nuova consapevolezza e desiderio questa missione!
La provocazione-sfida con la quale inizio il nuovo anno catechistico è questa: “risvegliare”, testimoniare la bellezza e la gioia di questo incontro con Gesù affinché i ragazzi possano esserne attratti, desiderarlo, farne esperienza. Ringrazio per gli incontri con tanti altri catechisti, le condivisioni di esperienze, le testimonianze e l’entusiasmo contagioso che sono stati per me ricchezza e nuovo stimolo per dare del mio meglio.
Chiara
San Pietro Viminario
* Le emozioni forti non sempre si riescono a descrivere a parole, soprattutto quelle che sono ancora impresse negli occhi e nel cuore. Queste sono le emozioni più sincere, quelle di chi si è sentito parte di una grande famiglia, una famiglia che ha scelto consapevolmente di testimoniare con gioia la propria fede e l’amore di Gesù.
È successo proprio così ai catechisti della diocesi di Padova che insieme a quelli di altre diocesi del Triveneto sono partiti per Roma con un obiettivo comune e un bagaglio tutto da riempire e condividere. Molti sono stati i momenti vissuti in condivisione, quella condivisione che riesce a creare ricchezza in ogni persona attraverso le testimonianze, la preghiera e le riflessioni sulla catechesi attuale.
Il momento più indimenticabile è stato la messa in piazza San Pietro celebrata da papa Francesco di fronte a migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo. Nell’aria si respirava la gioia di appartenere a una grande comunità che costruisce la chiesa, una chiesa fatta davvero di persone volenterose e coraggiose chiamate a “essere” catechisti nel cuore e nello spirito rendendolo visibile nella vita quotidiana. Si tratta di una missione importante e difficile, ma non impossibile. I catechisti hanno scelto e sentito la chiamata a seguirlo di Gesù, a seguirlo nelle strade della vita, nelle periferie, come dice papa Francesco, e le periferie per i catechisti sono i ragazzi, i bambini e gli adulti ai quali si rivolgono, vittime di un mondo camaleontico, con poche sicurezze e tante paure. La chiesa che si è vista e vissuta quel giorno era unita, viva e ogni sorriso ha potuto dare la certezza che l’unione possa far superare qualsiasi ostacolo. Ai catechisti, tante persone animate dalla stessa passione per il vangelo e per Cristo, è stato chiaro che nella condivisione e nella comunione, prendendosi cura l’uno dell’altro, si può trovare la forza e l’audacia di aprire quelle porte che portano a Cristo.
Nelle nostre comunità, per l’esperienza unica, emozionante e forte appena vissuta, e animati da quel fuoco sentito nel loro spirito in piazza San Pietro ci impegneremo a essere catechisti secondo lo stile che ci ha raccomandato papa Francesco, cristiani che portano con sé la memoria di Dio, si lasciano guidare dalla memoria di Dio in tutta la loro vita e la sanno risvegliare nel cuore degli altri.
Catechiste di Conselve
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