Speciale Catechisti / OTTOBRE 2014

ACCOMPAGNAMENTO DEI GENITORI

Attenzioni per non perdere i frutti nati lo scorso anno

Sia una “buona partenza” per tutti

 

Quanto “raccolto” nel lavoro con i genitori coinvolti nel percorso di iniziazione dei figli va coltivato con alcune attenzioni: cura degli inizi, lavoro in équipe, accoglienza sincera e centralità di Parola e liturgia

 

I piccoli e delicati frutti nati lo scorso anno nel cammino di accompagnamento dei genitori vanno coltivati con passione e cura in questo nuovo tratto del percorso del rinnovato cammino di iniziazione cristiana. Per non correre il rischio che qualcuno venga bruciato da paure, fatiche, nostalgie o ripensamenti; desideriamo rimettere a fuoco alcune attenzioni che non vanno dimenticate.

Non abbassiamo la guardia sulla “cura degli inizi”. È pur vero che il gruppo dei genitori è formato e si sono create delle relazioni significative, ma c’è stata un’estate di mezzo e non sarà così automatico avere la loro presenza attraverso un invito. Ci è chiesta anche quest’anno la pazienza e la creatività di creare legami in un clima rasserenante e coinvolgente. Dopo il tempo della prima evangelizzazione che ha introdotto e preparato il terreno, si apre, per i ragazzi, il tempo del primo discepolato e, per gli adulti, il cammino di scoperta o riscoperta della figura di Gesù e di Dio suo Padre per poterli poi incontrare nei sacramenti e nella chiesa. Diventa importante illustrare e condividere obiettivi, tappe, modalità di coinvolgimento e appuntamenti. L’incontro zero sarà da curare con particolare attenzione anche quest’anno proprio per mettere tutti nelle condizioni di una “buona partenza”.

Non sotterriamo la perla preziosa del lavoro in équipe che abbiamo scoperto: il pensare e progettare insieme tra catechisti, accompagnatori, parroci coinvolgendo sapientemente animatori, educatori e la realtà della Caritas. A volte il desiderio di arrivare con date e programmi all’inizio dell’anno pastorale fa perdere qualche passaggio di condivisione e comunicazione, molto importanti anche se faticosi: l’iniziazione cristiana non è delegata a qualcuno ma è compito di tutta la comunità.

Insieme alla passione e alla cura non dimentichiamoci di esercitare sempre un’ospitalità sincera e affettuosa verso gli adulti che incontreremo, anche se qualche volta i loro atteggiamenti ci interrogano o la loro non presenza all’eucaristia domenicale ci pone qualche domanda sulla modalità più opportuna di richiamarli alla coerenza e testimonianza nei confronti dei loro figli. Doniamo libertà e tempo perché la proposta che gratuitamente offriamo e viviamo con loro dia frutto: la meta deve restare tale!

E proprio per non dimenticarci che parola di Dio e liturgia sono le gambe su cui poggia il progetto, aiutiamoci a frequentare la Parola leggendola in modo esistenziale perché diventi luce e via per una vita buona.

Maria Teresa Stimamiglio Camporese

 

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