«C’è un tempo per ogni cosa…». Chi di noi non ha mai pronunciato (o si è mai sentito dire) queste parole? Sintetizzano bene la riflessione che il libro del Qoèlet propone nei primi versetti del capitolo terzo. Inizia così: «Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo». Poi prosegue con un lungo elenco: «C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato…» e avanti in questo modo per parecchi versetti. Infine conclude: «Dio ha fatto bella ogni cosa a suo tempo».
Mi colpisce, perché è quasi una precisazione al grande racconto della creazione, in cui si ripete più volte: «Dio vide che era cosa buona». La natura, la storia, la vita, le persone: tutto è creato come “cosa buona”, dice la Genesi; e il Qoèlet precisa: «A suo tempo»! Chi di noi ha un po’ di orto capisce subito cosa vuol dire; come don Giulio Osto ci ricorda, nell’articolo di fondo, ci sono stagioni nell’anno, ci sono età nella vita. Non tutto è buono in qualunque stagione, a qualunque età.
Nei prossimi numeri di “Speciale catechesi” metteremo a fuoco le varie fasce di età dei bambini, ragazzi, giovani e adulti che accompagniamo nel cammino della fede. C’è una spiritualità del bambino che non è quella del giovane, una pedagogia dell’adolescente che non è quella dell’adulto. La sfida della catechesi è rendersene conto e rinunciare a ripetere schemi uguali per tutti.
Servono grande libertà interiore e fiducia in Dio per adattare l’annuncio; più facile fotocopiare sempre le stesse schede. Serve credere che se propongo di cambiare qualcosa, non sto dicendo che finora abbiamo sbagliato, ma solo che è cambiato il tempo, che i ragazzi di oggi non sono quelli di dieci anni fa, che il gruppo è cresciuto e io sono chiamato a crescere insieme.
don Carlo Broccardo
Speciale Catechesi – Ottobre 2024