Quest’anno, il giorno del 1° novembre, è stato un susseguirsi di messaggi di “Auguri!”. Variavano dal “Buon Onomastico” ad “Auguri di Santità”… con relative immagini di uomini e donne che hanno incarnato nella loro vita lo stile del Vangelo, seguendo l’esempio di Gesù e fidandosi completamente di Dio Padre.
È stato bello ricevere gli “Auguri” in un giorno di Festa che non era Natale, Pasqua o Compleanno… è stato un dono sentire che altre persone hanno il mio stesso desiderio, vivendo, nella Chiesa, il giorno significativo di “Tutti i Santi”.
Alcuni poi hanno postato il volto del Santo di cui portano il nome e nei vari mezzi di comunicazione sono apparse vite, frasi e immagini di Santi che hanno scritto la storia della Chiesa.
Che stia cambiando qualcosa dentro di noi? Che l’invito di Papa Francesco nella sua esortazione apostolica “Gaudete et exsultate” abbia iniziato a mettere in circolo davvero la chiamata alla santità che è per tutti?
Forse ne è complice anche l’esempio di Papa Francesco, il suo continuo tornare in questo argomento tanto lontano, quanto interiore a ciascuno di noi… tanto impossibile, quanto realizzabile nell’oggi che viviamo, nelle difficoltà e nel desiderio di bene che comunque ricerchiamo sempre e ovunque!
Scrive Papa Francesco al n° 7: “Non pensiamo solo a quelli già beatificati o canonizzati. Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto. Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e donne che lavorano per portare a casa il pane, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere!”.
In questi giorni la “santità” la sto cercando davvero, perché a volte non si vede nell’immediato, ma se la fede illumina i nostri occhi e riscalda il nostro cuore, ecco che delle fiammelle si accendono nell’andare incontro ai genitori che faticano ad accogliere l’invito a fare un passo “oltre”, per accompagnare i loro figli ai Sacramenti mettendo da parte rancori, tensioni interne o pretese, nel fare in modo che le tradizioni della propria comunità siano vissute ancora, nonostante la poca gente o i mancati “servizi pastorali”, nel vedere che alcuni ragazzi che si stanno preparando alla Cresima desiderano semplicemente dire “basta” ad anni di cammino.
Se guardo con i miei occhi quanto ho attorno, nulla mi invita alla Santità… se lascio spazio a quanto Dio può compiere nella mia vita e in quella degli altri, comprendo che l’essere Santi non è volontà mia, ma è opera di Dio!
E quando Dio si mette all’opera, compie prodigi e arriva là dove la mia testa si fermerebbe perché “non capisce”… muove servizi che le mie mani non sarebbero in grado di fare perché “troppo impegnate”… apre spazi di incontro che il mio cuore, troppo pieno, non saprebbe contenere.
Lasciar fare a Dio è far propria la frase tratta dal Libro del Levitico che dà il titolo a queste semplici righe… Noi possiamo essere santi, perché Lui, il Dio nostro, è Santo!
Lo dice anche Papa Francesco al n° 10: “Quello che vorrei ricordare con questa Esortazione è la chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi, quella chiamata che rivolge anche a te: «Siate santi perché io sono santo»”.
La cosa bella poi è che la Santità non possiamo darcela noi… è un dono, immensamente “grande”, direi “divino” e come tale, va accolto e vissuto! E soprattutto è una “chiamata” alla quale ciascuno di noi è libero di rispondere… e la libertà ci dà la possibilità di provare, sbagliare, chiedere, tornare indietro, ricercare, affidarci… sempre con la consapevolezza che il primo passo lo fa Dio e sempre verso di noi, per il nostro bene!
E Dio che ci precede dovrebbe darci sempre quella serenità interiore nel compiere ogni nostro servizio e “dovere”, con la consapevolezza che tutto ciò che ci viene dato è un dono per aiutarci a crescere e a migliorare il nostro essere figli, fratelli, uomini e donne amati dal Padre.
Regaliamoci del tempo per conoscere e fare amicizia con qualche “Santo” del passato, cerchiamo di scorgere sempre la preziosità di chi ci sta accanto, dandogli la sua possibilità per essere “Santo” e magari diamoci del tempo per leggere, insieme, in comunità, l’Esortazione del Papa per riflettere e condividere la chiamata che è per ciascuno di noi e, se per caso non la sentiamo, forse il nostro fratello e la nostra sorella che ci sta accanto (magari proprio quella difficile da accogliere) può aiutarci a coglierla e a rispondere.
Concludo con la bellezza di sentire che la chiamata alla santità è continua, non avviene una volta sola nella vita e questo ci permette di essere sempre aperti alla fantasia dello Spirito Santo e all’originalità di Dio che con noi può realizzare davvero opere meravigliose!
“Non avere paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia. Tutto il contrario, perché arriverai ad essere quello che il Padre ha pensato quando ti ha creato e sarai fedele al tuo stesso essere”. (n° 32 Gaudete et exsultate).
Silvia Sandon