Siamo pronti ad iniziare un nuovo anno pastorale e se, a volte, l’immagine del viaggio ci sembra la più appropriata, quello che ci attende quest’anno è un invito a “restare”, a fermarci, ad abitare uno dei luoghi che dovremo ben conoscere: la nostra comunità parrocchiale, anche nella sua forma di unità o collaborazione pastorale.
Quasi che, l’azione dell’andare, ci abiliti anche ad imparare a “stare” e ad avere cura del campo che ci è stato affidato!
L’immagine “del seminatore che uscì a seminare” (cfr. Mt 13, 1-9) è quella che, come Chiesa di Padova, ci accompagnerà nei prossimi mesi e, molto probabilmente, anche nei prossimi anni. Da una parte c’è l’incoraggiamento ad uscire, dall’altra c’è l’invito a fermarsi un po’, per riflettere su quanto abbiamo seminato fino ad oggi, sul nostro raccolto e sulle sementi che abbiamo nel nostro sacco!
Ecco allora che le “Tracce di cammino” proposte dalla nostra diocesi come orientamenti pastorali, ci mettono alla ricerca di esperienze di fraternità e di possibilità concrete per scoprire quali “tracce” abbiamo seguito fino ad oggi. Sarebbe bello chiedersi quali motivazioni animano il nostro servizio, quanto abbiamo tracciato, a nostra volta, negli incontri con i ragazzi, i genitori, gli educatori e i vari membri della nostra comunità.
La ricerca o il seguire delle “tracce” già indicate, come sono le parole dei giovani nella “Lettera alla Chiesa di Padova” o degli organismi di comunione nel testo “La parrocchia”, ci interpellano a guardare un po’ nella “nostra sacca” per capire come e quanto possiamo essere dei seminatori con lo stile del Vangelo, catechisti ed accompagnatori capaci di prendere tra le mani sementi buone e di seminarle nei terreni della nostra quotidianità, fatti di famiglia, lavoro, parrocchia, amici, associazioni, scuola, luoghi aggregativi.
Ci incoraggia l’azione del seminatore: non sta a guardare dove cadono i semi… lui a piene mani sparge la semente e sa, che a tempo opportuno, ciò che è chiamato a dare frutto, lo porterà.
Pensiamo ai frutti che già abbiamo raccolto nella nostra vita, a quanto, anche noi, siamo stati delle piccole sementi che qualcuno ha coltivato, dandoci la possibilità di crescere e di essere alimento buono nelle relazioni che instauriamo.
Così la parola “AtTRATTI” che accompagna le proposte di formazione per i catechisti, ci spinge ad essere attraenti, a fermarci per accorgerci di quei “tratti” che fanno bene al nostro servizio, che ci possono aiutare ad essere dei buoni seminatori, ad essere frutti attraenti, che si desidera gustare negli incontri e nelle esperienze di comunità.
Tutto questo può succedere solo se ci raduniamo attorno a Gesù, come quel giorno lungo la riva del mare. La presenza della gente fece nascere in Gesù il desiderio di raccontare anche la parabola del seminatore.
Aiutiamoci ad andare verso Gesù, a sedere alla sua mensa, ad essere accanto a lui, insieme, per ascoltare la sua Parola.
Il nostro essere “AtTRATTI” da Lui, ci porterà a sentire sempre più il desiderio di uscire, con le nostre sementi nella bisaccia, e a seminare il campo della nostra vita, il terreno buono delle nostre comunità parrocchiali.
Silvia Sandon