Avvento 2017
Quando ci mettiamo di fronte ad un’opera, ci sono degli elementi di tipo soggettivo e oggettivo che s’implicano a vicenda: la nostra soggettività ovvero quello che noi siamo, permette all’opera, di manifestarsi e contestualmente essa fa sì che anche noi ci manifestiamo : infatti nel momento in cui contempliamo il dipinto, dallo stesso, siamo anche “riguardati” : l’opera stessa ci porta a comprenderla ma nello stesso tempo le emozioni, i pensieri e i desideri che essa suscita in noi ci svelano e rivelano qualcosa di noi stessi e della realtà che stiamo vivendo.
Per questo vorrei introdurre questa breve riflessione mettendoci di fronte a questo dipinto, la Madonna del Parto di Piero della Francesca datato intorno alla metà del 400.
Mi colpiscono due cose che sono poi le ragioni per cui ho scelto questa immagine: la prima è lo sguardo quasi assorto dal quale si intuisce che questa giovanissima donna incinta, è completamente immersa nell’attea di quel bimbo che cambierà la sua vita; la seconda è il gesto con cui ella posa la mano destra con fare protettivo sul ventre rigonfio che preannuncia l’arrivo del Salvatore : sembra quasi volerci indicare quello che c’è già, ma nello stesso tempo non è ancora ….!
Vivere il già e non ancora è l’esperienza che ciascuno di noi umanamente fa e che il tempo di Avvento ci svela nel suo significato teologico più profondo: la nostra vita quotidiana concreta se vissuta alla luce del Vangelo, nutrita dall’Eucarestia e rigenerata dal Sacramento del Perdono ci permette fin d’ora di fare eperienza di una salvezza che è già, che è presente, ma solo come primizia, come caparra della salvezza che troverà compimento con la venuta del Signore nella Gloria, alla fine dei tempi.
Vivere camminando nella sequela di Cristo, è vivere in questo frattempo, è un camminare sostenuti e spinti dalla speranza, verso l’orizzonte di una salvezza piena, che tuttavia oggi, non è ancora. Ogni giorno recitando il Padre Nostro noi chiediamo al Padre “venga il Tuo Regno” perché desideriamo che esso venga, che si compia presto, ma in verità, se abbiamo occhi attenti, possiamo scorgere già ora piccoli segni che ci fanno pregustare un “piccolo germe” di questo Regno: un gesto di amore e di cura gratuito e inaspettato, un’offerta di riconciliazione dopo una dolorosa lontananza, ci aprono verso un’orizzonte “altro” a cui tendiamo, ma che deve ancora realizzarsi pienamente!
Mi piace pensare allora all’Avvento come a un tempo favorevole da vivere con responsabilità e consapevolezza cristiana riscoprendo ogni giorno il valore dell’Attesa e della Vigilanza.
Di attese liete o tristi è scandita la nostra esistenza e se ci pensiamo bene, attesa e vigilanza, sono strettamente legate l’una all’altra : una madre mentre attende la nascita del bimbo che porta in grembo contestualmente vigila sui cambimenti del suo corpo, sulle sensazioni o sui disturbi che avverte perché tutto di lei è completamente assorbito da ciò che sta per accadere; chi aspetta l’esito di un esame controlla continuamente la posta mail per verificare che il referto non sia arrivato; chi accompagna un proprio caro malato terminale, vigila su ogni cambiamento del respiro, sul sopraggiungere di un nuovo disturbo o complicazione segno che la fine è vicina…
Vigilare è certamente un esercizio faticoso, ma è ciò che da senso e sapore al nostro agire e pensare, anche a livello Pastorale, io credo… Vigiliamo dunque! Scrutiamo come sentinelle l’orizzonte per cogliere Chi e che cosa sta per giungere nella nostra vita e in quella delle nostre Comunità, sostenuti dalla certezza che il Signore è venuto, viene e verrà e non tarderà a compiere ciò che ha promesso.
Buon Avvento!
Alessandra Cipolotti