Domenica 20 febbraio c’è stato l’incontro diocesano con gli accompagnatori dei genitori. Se non l’avete seguito in diretta, potete ancora guardarlo nel canale Youtube della Diocesi. Verso la fine, il direttore della Difesa del popolo ha intervistato il vescovo Claudio; alla domanda: «Che titolo darebbe a questo nostro incontro?», il vescovo ha risposto subito: «Sbocciano i germogli». Quasi quasi aggiungerei un punto esclamativo: nonostante il clima di guerra che stiamo vivendo, nonostante le fatiche che le nostre comunità affrontano, nonostante la stanchezza… Ecco, noi vi annunciamo che sbocciano i germogli! Questo è il compito di ogni catechista, di ogni accompagnatore, educatore; è il compito di ogni adulto nella fede: annunciare al mondo che i germogli stanno sbocciando.
Non lo diciamo per scaramanzia; la nostra è una speranza fondata: ogni domenica, anche in Quaresima, nelle nostre chiese risuona l’annuncio che Cristo ha vinto la morte! E non è solo un annuncio fatto a voce: la liturgia è esperienza; è un’esperienza che coinvolge i sensi, non solo l’intelletto: «Accende lumen sensibus», canta l’antico inno. È per questo che l’eucaristia è il culmine del percorso di iniziazione cristiana; è per questo che ci sono anche altri riti che coinvolgono i ragazzi e i genitori. Perché siamo convinti che la celebrazione “parla” più delle parole, che la catechesi è esperienza di vita.
«Con che parole saluterebbe i genitori, alla fine dell’incontro?». A quest’ultima domanda il vescovo ha risposto: «Direi: arrivederci a domenica!». È partito l’applauso. A noi che accompagniamo i genitori, alla fine importa fino a un certo punto che l’incontro vada bene; il nostro sogno più grande è ritrovarci con loro a messa, a sperimentare insieme la vita che risorge e dona speranza ai nostri giorni.
don Carlo Broccardo
Speciale catechesi Marzo 2022