«Lo scopo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo». Così scriveva Giovanni Paolo II nel 1979. L’espressione è stata fatta propria nel 2020 dal nuovo Direttorio per la catechesi, come ci ricorda don Alberto Zanetti nel suo articolo. Le cose importanti hanno sempre radici profonde, ben ancorate nel passato; raramente sono novità assolute. Giovanni Paolo II, del resto, riprendeva il primo capitolo della Dei Verbum (1965), che a sua volta cita la Prima lettera di Giovanni. Insomma, non è una novità; ma occorre ogni tanto ripetercelo: lo scopo della catechesi non è capire qualcosa, ma incontrare Qualcuno.
Il Direttorio, che quest’anno stiamo sfogliando insieme nelle pagine della Difesa, prende sul serio questa affermazione e quando parla delle fonti della catechesi non si limita a citare quelle “classiche”: la Parola di Dio nella Sacra Scrittura e nella Tradizione, il Magistero e la Liturgia. Ne aggiunge altre quattro: la testimonianza dei santi e dei martiri, la teologia, la cultura cristiana e la bellezza.
Leggendo le pagine del Direttorio che affrontano questo argomento, mi è venuto spontaneo prendere in mano l’opuscolo con le iniziative del nostro ufficio per quest’anno. È confortante vedere che ci stiamo già muovendo in questa direzione, offrendo non solo percorsi di approfondimento biblico, catechetico e teologico; ci sono laboratori con le Cucine economiche popolari, di catechesi con l’arte, con la missione… Penso anche all’articolo, in queste pagine, che racconta l’esperienza di Carlo Acutis.
Dio è così grande che non si limita a “parlarci” con idee e concetti; desidera così tanto incontrarci che sfrutta tutte le possibilità a sua disposizione – e sono infinite. A noi la curiosità di interessarci almeno ad alcune…
don Carlo Broccardo
Speciale catechesi – Ottobre 2022