“Sei tu colui che deve venire o ne dobbiamo attendere un altro?” . La domanda che Giovanni Battista ha posto a Gesù nel Vangelo che abbiamo letto qualche domenica fa, mi ha molto interrogato….mi sono chiesta Chi io stia aspettando, di quale Messia credo che la mia vita abbia bisogno, quale Salvatore io desideri incontrare..?
Toccare con mano durante questi mesi la mia fragilità, fisica, psicologica e persino spirituale, mi ha portato a chiedermi che cosa io mi aspetti dall’incontro con Lui: guarigione, giustizia, liberazione, o redenzione?
Ho scelto questa immagine perché mi ha colpito ed è stata quasi una risposta alla mia domanda: Maria solleva i lembi del lenzuolo quasi per svelare il vero volto di quel Gesù che stiamo attendendo: è un bimbo appena nato, nudo e vulnerabile, inerme e bisognoso di cure e di attenzioni…il Figlio di Dio ha scelto di venire a noi senza imporsi, ma nella fragilità e nell’umiltà; la Sua potenza sta nell’amore con cui si è fatto uguale a noi.
Osservando ancora mi accorgo che questo bambino non riposa in una culla morbida e linda, ma giace in una mangiatoia; inoltre, la sua casa non è un palazzo degno di un re, ma una stalla oscura e maleodorante : Dio vuole nascere in noi, proprio lì dove si cela la nostra parte più fredda e sporca, dove si nascondono i nostri lati più nascosti e istintivi, dove custodiamo il nostro dolore segreto, quella parte di noi che ci fa provare vergogna, che ci fa sentire impotenti e indegni; lì negli abissi della nostra anima dove non lasceremmo entrare nessuno per paura di essere respinti, lì Lui vuole venire ad abitare.
Natale allora è l’occasione perché ciascuno di noi si lasci cercare e amare da Gesù affinchè attraverso l’incontro con Lui possa nascere un nuovo inizio.
Il passato che ci ha ferito, il rimpianto per ciò che abbiamo perso o sbagliato non ha più potere su di noi : questo Natale può far nascere un germoglio di novità che ci viene donato affinchè lo facciamo fiorire.
Nel Natale possiamo desiderare e credere di ricominciare di nuovo, lasciandoci alle spalle le false idee su noi stessi o le paure che ci teneva prigionieri: è un tempo in cui possiamo ricevere di nuovo quella dignità di creature fatte a immagine e somiglianza di Dio, uniche ed irripetibili, amate e desiderate da sempre, dignità di figli e figlie che il Figlio ci riconsegna già realizzata in pienezza.
Io so che la Sua venuta è certa, perché è fondata sulla fedeltà del Padre!
E ancora…Dal bimbo divino si sprigiona una luce che si diffonde intorno e illumina i volti di chi gli sta accanto: Il Figlio di Dio vuole entrare in noi per illuminare con la Sua luce le nostre tenebre, ma dobbiamo avere il coraggio di aprirgli la porta e lasciarlo entrare.
Ciò che può rendere splendenti di stupore i nostri volti, come quelli dei giovani nel dipinto, ciò che può far nascere frutti di bene nella nostra vita è essere con Cristo, e in Cristo, è vivere costantemente la vicinanza con Lui, questa è la nostra gioia!
In questo Santo Natale auguro a tutti noi, Catechisti e Accompagnatori, di poter desiderare e accogliere la Luce che è Gesù e divenire a nostra volta “portatori di Luce” per chi incontriamo, come fece Maria che non tenne per se il suo dono, ma si alzò in fretta per condividerlo con la cugina Elisabetta.
Perché, “Natale siamo noi quando illuminamo con la nostra vita il cammino degli altri con la bontà, la pazienza, l’allegria e la generosità;
La stella di Natale siamo noi, quando conduciamo qualcuno all’incontro con il Signore!”
(papa Francesco)
Un Natale pieno di Luce per tutti!
Alessandra Cipolotti