Per le catechiste e i catechisti della nostra diocesi

In preparazione alla Settimana Santa e alla Festa di Pasqua proponiamo una bella e intensa meditazione per i catechisti, accompagnata dagli auguri da parte di tutti i collaboratori dell’Ufficio Diocesano per la Catechesi e l’Evangelizzazione.

 
“Donna dimmi perché piangi….chi cerchi?
 
Preparare l’ultimo incontro di preghiera di quaresima per i genitori, mi ha fatto sorgere il desiderio di regalarci una “primizia” della Resurrezione; per questo ho proposto un brano del vangelo che mi appassiona particolarmente, che sento vicino alla mia sensibilità, che mi emoziona ogni volta quando lo leggo…E’ l’incontro di Gesù con Maria di Magdala : è l’incontro tra due persone che si amano, che hanno condiviso momenti di dialogo, di intimità, che hanno vissuto insieme la quotidianità degli incontri conviviali, ma anche la drammaticità della sofferenza e della prova : Maria era con Gesù anche nel momento della sua morte in croce….Mi affascina la figura di questa donna, che ha sperimentato nella sua carne il potere sanante e liberante dell’amore di Gesù : questo amore l’ha guarita, da ben 7 demoni !! Alcuni esegeti in questi sette demoni vedono una grave malattia della psiche, come una grave depressione, una perdita del senso della vita, una forte tendenza al suicidio, da cui il Signore l’ha strappata accogliendola, ed amandola intimamente e profondamente, ridando senso e dignità alla sua vita….
La morte di Gesù le fa sperimentare una perdita insopportabile e la getta nello smarrimento, nella disperazione…Non può dormire, il suo cuore è in subbuglio tanto che mentre è ancora buio, si alza in fretta per andare al sepolcro, sfidando ogni pericolo, ogni umana prudenza e decoro, per poter restare fisicamente ancora vicina al suo amico, per poter piangere nel luogo dove lo hanno deposto….E ancora …di fronte alla pietra srotolata, al sepolcro vuoto, oppressa dal dolore per la scomparsa del corpo del suo amato Maestro, rimane lì ferma, talmente oppressa e ripiegata su sé stessa, da non dare importanza ai due angeli che Le parlano, ai quali racconta la sua visione della storia, “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”….ma come, Maria, tu che hai vissuto così tanto tempo con il Maestro, tu che hai condiviso con Lui momenti così importanti di intimità e dialogo, non ti ricordi quello che Lui aveva predetto riguardo alla sua morte e resurrezione?
Ebbene, quante volte, Signore, anche noi di fronte ai fatti dolorosi della nostra vita, di fronte alle morti, alle delusioni entriamo in crisi profonda e non riusciamo più a vedere il tuo volto trasfigurato? Maria cerca ancora l’immagine di Gesù legata al suo passato, il Gesù “di tre giorni prima “ e questo le impedisce di riconoscerlo ora, vivo e risorto… finchè….finchè Lui non la chiama per nome…..Mi commuove profondamente la tenerezza che ha Gesù per questa donna : non guarda all’imperfezione della sua fede, ma premia la sua ricerca appassionata, il suo amore senza limiti : è Lui, infatti, che si fa riconoscere, pronunciando quel nome che tante volte in passato lei gli aveva sentito pronunciare in quel modo, toccandola nel profondo suo essere, perché il nome, rappresentava tutto l’essere di una persona, la sua storia, le sue esperienze vissute…Mi piace pensare a questo Dio desideroso di entrare in intimità con me : un Dio che mi conosce fino dentro alla piega più nascosta del mio cuore, che conosce quali sono i miei desideri, le mie speranze, i miei bisogni, le mie qualità, ma anche le mie parti oscure, le mie fragilità e paure e non si allontana da me turbato per quella che sono, anzi, vuole attirarmi a sé, perché anch’io come Maria possa, una volta riconosciutolo, gridargli “Maetro mio, eccomi, non voglio tenerti lontano ma voglio appartenerti, perché tu che scruti fino agli angoli più nascosti del mio cuore mi fai sentire completamente conosciuta e completamente amata !”…..Mi chiedo spesso se io stessa mi conosco così profondamente e pienamente…e quanto invece questo mi faccia paura, quanto abbia timore di penetrare la mia parte fragile e meschina…e mi domando anche quanto le persone a me più vicine, quelle che veramente mi conoscono, davvero mi amino per quella che sono…..!
“Non mi trattenere…..” ….sono le parole che Gesù dice a Maria dopo che lei le si è gettata ai suoi piedi per stringerlo a sé…e queste parole mi fanno molto pensare alle mie relazioni, alla frustrazione che provo a volte, quando gli altri non rispondono alle mie richieste, quando ho la sensazione che le persone accanto a me, pur volendomi bene, “non bastino mai”….E mi sento così a disagio con me stessa quando mi rendo conto di questo….e mi domando cosa ci sia di sbagliato o di “malato” in me per provare questa insicurezza, questa precarietà affettiva alla quale non so dare una spiegazione…..
”non mi trattenere”….vedo la mia incapacità di amare senza legarmi e “legare a me” le persone ……e sento dentro di me grande questa schiavitù, e grande anche il desiderio di libertà che viene dall’amare gratis, senza aspettarsi nulla, e desidero con tutta me stessa che il Signore con la Sua grazia, purifichi il mio cuore…..e se da una parte desidero che Lui mi riempia completamente, sia mio e desidero essere tutta sua, contestualmente sperimento ogni giorno, di fronte ai fatti, la mia debolezza e la caducità di questo mio desiderio……
L’incontro con il Risorto chiama Maria, chiama ciascuno di noi, ad uscire da noi stessi, ad andare oltre, a fare un passo nella fede: La Pasqua ci invita ad annunciare Gesù Cristo Risorto, vivo, presente, ad essere noi i suoi piedi, le sue braccia, le sue mani che incontrano, che accolgono, che sanano e che salvano.
Auguro a tutti noi, in particolare in questa Pasqua, ma pure in ogni Eucaristia, in ogni occasione di incontro con lo Sposo, di poterlo attendere, come l’Amata del Cantico dei Cantici – (Cap. 5) – che mentre dorme, il suo cuore veglia, perché attende l’arrivo dell’amato…E lui la chiama, le dice di aprire, ma lei indugia – come anche noi, quando ci lasciamo prendere dal dubbio, dall’incredulità, dalla pigrizia – e allora lo Sposo, tanta è l’urgenza, il desiderio di incontrare l’Amata infila la mano nella fessura della porta chiusa, quasi cercando di forzare la serratura ….e qui succede una cosa stupenda : appena l’Amata si decide ad aprire Lui se n’è già andato, ma toccando il chiavistello proprio nel punto dove Lui ha posato la mano, lei sente che nelle sue dite resta impresso un profumo prezioso…: mi piace pensare che ogni volta che lasciamo una “fessura” aperta del nostro cuore dove Gesù, possa toccarci con la Sua Parola, ogni volta che lasciamo che la nostra vita entri in contatto con Lui, ecco, essa “profuma di buono”, profuma di vita, di gioia piena, profuma di Lui.
Buon cammino, insieme…!
Alessandra
 

Martedì 12 aprile 2011

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