Elisa ha toccato il cuore di Zanè
Domenica 4 maggio, ore 15.30, cappella San Giuseppe della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Zanè: sei bambini stanno facendo una grande festa. Fra di loro c’è Elisa, nostra figlia. È una bambina disabile. Da tanto tempo non può entrare in chiesa: appena l’organo o le chitarre cominciano a suonare, lei piange disperatamente, forse perché questo le provoca una sofferenza che non sappiamo capire. Da un anno non frequenta neppure il catechismo: la proposta è troppo “scolastica” e a lei non rimane che stare in disparte e distrarre i compagni.
Quest’anno, però, c’è la prima comunione. Il parroco, don Luigi Codemo, ci garantisce che Elisa ci sarà. Tuttavia passano i mesi e dalla parrocchia non giunge nessuna proposta. Così ci diamo da fare noi genitori: pensiamo a cinque incontri, su misura per Elisa. Non corre, non parla, non sa muoversi come gli altri bambini, però capisce le cose, si diverte quando è insieme ai compagni, pronuncia anche qualche parolina. Aiutata, riesce a maneggiare qualche foglio, sa colorare, sottolinea con grida di gioia e di partecipazione i movimenti dei compagni, sa persino tirare un dado e fare molte altre cose.
Presentiamo la proposta al parroco che la accoglie, e, al successivo incontro dei genitori, proponiamo, a chi vuole, di far fare ai propri figli questo percorso, insieme a Elisa, a casa nostra. Sentiamo che molti genitori ci sono davvero vicino. Alla fine, sette bambini aderiscono alla nostra proposta.
Così, con l’inizio della quaresima, ci incontriamo. Ci sono Andrea, Anna, Beatrice, Giorgia, Petra, Sara e Tommaso; c’è anche Elisa e, visto che siamo in casa, anche Sara, l’altra figlia, di seconda elementare. C’è anche una mamma, Valentina, che avendo fatto la catechista in passato, ci dà una mano. Ci siamo preparati: la nostra idea è che, se facciamo attività alle quali anche Elisa può partecipare (qualcosa basato sul gioco e sulle cose da “fare”), queste piaceranno anche agli altri bambini.
Ecco allora che cominciamo proponendo a ciascuno di fare un disegno, o di costruire qualcosa con i chiodini o con le costruzioni. Qualcosa che rappresenti il bambino che l’ha fatto. Poi ognuno presenta il suo lavoro e presenta se stesso. Ciascuno offre agli altri quello che è. A questo punto Valentina racconta (appunto: “racconta”) il vangelo di Zaccheo. Anche Zaccheo si è guardato dentro quando ha incontrato Gesù. Insegniamo a pregare come prega Elisa. Noi recitiamo il Padre nostro e l’Ave Maria, ma ci fermiamo quando arriviamo alle paroline che anche Elisa sa dire: quelle le dice lei! Poi arrivano le mamme e qualcuna provvede a portare la merenda. Due ore passano in un baleno e il tempo è sempre troppo poco. Impariamo anche alcuni canti per la celebrazione: musica e testo sono proprio per i bambini. Elisa li ascolta da un po’ di tempo in casa e ora batte il tempo e canta con i compagni.
Secondo incontro: si gioca al giro dell’oca, ovviamente a tema. Si vincono pezzi di un puzzle che, ricomposto, restituisce una foto dei bambini. Poi raccontiamo il vangelo del buon samaritano: Gesù ci insegna come essere amici. Per l’incontro successivo abbiamo scelto il vangelo della pesca miracolosa, così giochiamo a pescare delle papere in una bacinella. In palio ci sono le foto dei luoghi di vita dei ragazzi: impariamo che nella vita di ogni giorno dobbiamo gettare le reti dove ci mostra Gesù. Siamo alla settimana santa: facciamo il pane. Ognuno impasta il proprio pezzo, anche Elisa. Cuciniamo tutti i pezzi uno accanto all’altro, formando un grappolo d’uva.
Succedono cose straordinarie: i bambini contagiano tutti con il loro entusiasmo, le nostre famiglie si sentono impegnate a portare ciascuna il proprio contributo. Spazio all’amicizia, alla fantasia, alla creatività. Così allestiamo tutti insieme la cappella (non è la chiesa parrocchiale, che metterebbe a disagio Elisa) e ci incontriamo a celebrare la messa di prima comunione. Elisa e gli altri bambini, come tutti noi del resto, sono ultra felici. Pare di essere un’unica grande famiglia. Con semplicità e gioia grande celebriamo la messa. Poi tutti insieme a fare festa all’oasi Rossi di Santorso fino a sera. I bambini sanno di aver costruito qualcosa di importante e ci chiedono di continuare ancora a incontrarsi. Ci rendiamo conto che l’esperienza vissuta rimarrà per sempre nel cuore di ciascuno. Elisa ha permesso ai suoi amici e a tutte le nostre famiglie di vivere qualcosa di straordinario, ha aiutato ciascuno a tirar fuori il meglio di sé.
Abbiamo l’animo grato verso tutti e verso il Signore, che ha fatto cose grandi. E lo preghiamo perché anche la parrocchia, ogni parrocchia, riscopra l’entusiasmo di correre, camminando col passo di chi va più piano.
Luigi e Liana Reghellin