“La catechesi in situazione di pluralismo e di complessità”: è il titolo di uno dei paragrafi del Direttorio per la catechesi che ci ha accompagnato in questi mesi. Fa quasi paura, detto così: pluralismo e complessità. Se non paura, mette almeno un po’ di angoscia, perché tutti sperimentiamo sulla nostra pelle la fatica di stare al passo in un mondo che cambia continuamente e che ci ripete sempre più spesso che siamo in ritardo o che non abbiamo capito o che non sappiamo come fare per adattarci a questa realtà così complicata che qualcosa ci sfugge sempre. Siete riusciti a leggere questa frase così lunga? L’ho scritta apposta quasi senza virgole, per dare quel senso di “troppe cose da tenere in mano contemporaneamente” che talora proviamo quando immaginiamo la catechesi, e più in generale la vita.
Qualche giorno fa concludevo il corso sui Vangeli e gli Atti degli apostoli mostrando agli studenti che anche le prime comunità vivevano in una situazione molto plurale e complessa. Antiochia non è Gerusalemme; Giacomo è diverso da Paolo; Aquila e Priscilla hanno anche la famiglia e il lavoro, oltre alla responsabilità della comunità loro affidata; Paolo si trova ad annunciare Gesù sia in sinagoga, tra ebrei credenti, che nella piazza del mercato di Atene, in mezzo ai pagani. Noi siamo come pellegrini, dice la prima lettera di Pietro; camminiamo in questo mondo, in questa realtà, annunciando il Vangelo di Gesù. Non siamo fermi; non ci fissiamo in un luogo né in uno stile; siamo pellegrini, in cammino.
«Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi». Questa è la preghiera di Mosè che abbiamo ascoltato nella prima lettura di domenica scorsa. Siamo come pellegrini, in cammino; non ci spaventa il viaggio, purché il Signore cammini in mezzo a noi.
don Carlo Broccardo
Speciale catechesi – Giugno 2023