Ogni tanto mi capita, girando per le parrocchie o i vicariati, che qualcuno mi presenti dicendo: «Don Carlo è il responsabile della catechesi della nostra Diocesi». E io subito correggo: «Non sono il responsabile della catechesi, ma solo dell’Ufficio annuncio e catechesi!». È una battuta, ma contiene una verità profonda: responsabile della catechesi è la comunità nel suo insieme; poi ciascuno ci mette del suo: il mio è coordinare l’ufficio diocesano.
La parola “ufficio” a dire il vero mi piace fino a un certo punto. Sa tanto di burocrazia, e tutti siamo sfiniti dalla burocrazia italiana con cui ci tocca aver a che fare di tanto in tanto… Dietro alla scritta “ufficio”, in realtà, ci sono persone. C’è un direttore, c’è una persona addetta alla segreteria (nel nostro caso è Silvia Sandon), ci sono alcuni volontari che danno una mano qui in Curia, le equipe per la formazione e poi tanti, tanti collaboratori in tutto il territorio diocesano.
Ecco: immaginate la vasta rete di persone coinvolte nella catechesi e applicatela, nonostante ovvie differenze, anche alla carità e alla liturgia, all’ecumenismo e alla missione, alla pastorale familiare e alla pastorale giovanile, e avanti così. Non tutti gli uffici sono strutturati e capillari come il nostro; ma nell’insieme la “macchina” degli uffici di curia non è certo un’utilitaria…
Esiste nella nostra Diocesi un coordinamento degli uffici; quest’anno abbiamo dedicato ben due giornate intere di lavoro – più qualche spicciolo – per chiederci: come possiamo coordinarci meglio? Come conoscerci; come condividere progetti e magari pensarli insieme; come comunicare in modo più semplice e unitario le nostre proposte? Sembra una domanda di logistica; in realtà si tratta di una scelta pastorale precisa: anche tra uffici, l’unico modo per camminare è farlo insieme.
don Carlo Broccardo