Siamo a Roma, nel 1° secolo d.C.; è qui che vive Lucio Anneo Seneca, uomo di politica e filosofo. Scrive tra l’altro svariate lettere al suo amico Lucilio; contengono molti insegnamenti morali, tipici della corrente filosofica a cui apparteneva (lo Stoicismo). È così vicino al pensiero del nascente cristianesimo, che un autore anonimo ha perfino inventato una corrispondenza epistolare tra lui e San Paolo! Ma lasciamo stare questo falso letterario e concentriamoci su una delle lettere (vere) scritte a Lucilio. Siccome Seneca dedicava molto tempo a ritirarsi e studiare, nonostante l’età avanzata, l’amico gli chiede: «Quando o a che fine ti gioverà quello che impari alle soglie della morte?»; e lui risponde con una frase divenuta celebre: «ut melior exeam», «a uscire meglio dalla vita», a uscire dalla vita come una persona migliore.
A volte rischiamo di dimenticarlo: la formazione non serve solo per essere capaci di fare qualcosa! Seguo il corso base perché sono una nuova catechista; faccio un corso di approfondimento per conoscere e quindi trasmettere meglio il significato dell’Eucaristia; mi iscrivo a un percorso per apprendere nuove metodologie… Verissimo: è importante fare con competenza il proprio servizio, aggiornandoci su contenuti e metodi. Così come è importante che bambini, ragazzi, giovani e adulti “imparino” la fede, la capiscano, siano in grado di testimoniare qualcosa che conoscono. Ma la formazione serve prima di tutto a essere persone migliori!
Sapere che ci sono persone anziane che continuano a cercare, a studiare, a riflettere e pregare insieme, ci riporta proprio qui, cioè al centro: non conta solo quello che sappiamo fare, ma prima e ancora quello che siamo. Sia questo l’augurio che ci accompagna nei prossimi giorni di Pasqua: che il Risorto sia con noi tutti i giorni della nostra vita, fino alla fine, rendendoci persone migliori.
don Carlo Broccardo
Speciale Catechesi – Aprile 2025