SPECIALE CATECHISTI/novembre 2011
Diocesi di Padova
È tempo di riscoprire la bellezza di aspettarsi.
Da pochi giorni è iniziato lAvvento. È questo un tempo di attesa vigile, di preghiera e di conversione per preparare dentro di noi la venuta del Signore.
In un mondo caratterizzato dal tutto e subito, dalle velocità supersoniche, dalla fretta che ingoia gli spazi temporali delle nostre giornate, ogni tanto fa bene, a piccoli e grandi, coltivare la pazienza dellattesa.
Fa bene a ognuno di noi avvertire il desiderio di una meta, provare il gusto per un cammino da costruire giorno dopo giorno, impegnarsi con quei piccoli gesti di conversione che permettono di ricevere degnamente il dono più grande: Dio che si fa uomo.
Da pochi giorni è iniziato il nuovo anno e i nostri cuori si aprono a grandi attese e rinnovate speranze. Tutti ci auguriamo sia un anno sereno e pieno di desideri realizzati. Me lo auguro anchio, non solo pensando alle tante situazioni di difficoltà che molte persone vivono, ma anche pensando ai prossimi mesi, in cui la chiesa di Padova la nostra chiesa porterà avanti la riflessione sul ripensamento del modello di iniziazione cristiana per fanciulli e ragazzi.
Come ho già avuto modo di ricordare, è importante non avere fretta e vivere con convinzione e impegno ogni passaggio proposto dal sussidio degli orientamenti pastorali.
Da tempo ormai la chiesa parla di nuova evangelizzazione. Questo termine, così caro a Giovanni Paolo II, è da intendersi come la presa di coscienza che il tempo in cui si nasceva cristiani e si continuava ad esserlo senza mai porsi il problema di sceglierlo è definitivamente concluso. La nuova evangelizzazione è sostanzialmente levangelizzazione di sempre, quella dellannuncio del vangelo, ma che non può ormai più appoggiarsi a quella religiosità culturale specificatamente cristiana che ci rendeva cristiani per nascita. È così che oggi scopriamo liniziazione alla fede perché questa non si può più supporre, ma la si deve proporre.
Un secolo fa il decreto Quam singulari del papa veneto san Pio X anticipava letà di ammissione al sacramento a sette anni
La prima comunione e i ragazzi, una Nota – I vescovi triveneti sulle scelte per loggi
Questanno ricorre il 100° anniversario del decreto Quam singulari Christus amore, pubblicato dalla sacra congregazione dei sacramenti l8 agosto 1910 per disposizione del papa san Pio X, con cui si stabiliva che i ragazzi fossero ammessi alla prima comunione alletà della discrezione, cioè verso i sette anni di età, anziché ai dodici-quattordici anni, come prevedeva la prassi pastorale di quel tempo.
Partire è sempre entusiasmante, ma anche faticoso. Ogni partenza è un cammino verso lignoto; è unapertura a nuove e diverse esperienze. Chi parte, dunque, deve essere disposto al cambiamento, ad abbandonare il passato per lasciarsi incontrare dal nuovo. Le partenze, a volte, sono assai complicate: il peso degli anni, il timore di ritrovarsi in situazioni già vissute, la sicurezza del proprio presente…
In questi giorni mi è capitato tra le mani il testo della Lettera agli Efesini di santIgnazio, vescovo di Antiochia nel II secolo dopo Cristo. Ignazio sta per morire e sente il bisogno di scrivere alla comunità dei cristiani per esortarli a camminare insieme, secondo la volontà di Dio.
Per genitori, educatori e catechisti significa avviare lazione educativa e poi lasciare che il ragazzo la completi
La pedagogia del gesto interrotto
Così ognuno può compiere il suo personale cammino di fede
Nonostante la primavera da più giorni avesse già bussato alle porte dellinverno, faceva ancora molto freddo e la mamma decise di far indossare la giacca di lana al figlio, desideroso di uscire nel cortile per giocare con gli amichetti di sempre. La mamma prese la giacca dallarmadio, si avvicinò al figlio con grande tenerezza e porgendogli la prima manica gli disse: «Matteo, infila qui il braccio!».